Comprendere come lavorare in salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
Il passaggio dalla fase-1 alla fase-2 dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo è estremamente delicato e complesso, non solo per le Autorità che rischiano contagi di ritorno e il vanificarsi dei tanti sacrifici sin qua fatti, ma anche e soprattutto per le Aziende che stanno per affrontare la riapertura. Quest’ultime, infatti, hanno da una parte il bisogno di ripartire con le attività per garantire i servizi e le forniture nelle proprie catene di approvvigionamento, e dall’altra la responsabilità di preservare la salute e sicurezza dei propri lavoratori. Il datore di lavoro, con tutta la propria organizzazione della sicurezza, sa da tantissimo tempo che questa è una sua responsabilità primaria e che deve in tutti i modi garantire il rischio minimo per i propri lavoratori. La grande sfida che si trova a dover affrontare oggi è che questo nuovo pericolo, il Coronavirus, non solo è poco conosciuto (soprattutto per quanto riguarda le dinamiche della propagazione e del contagio) ma può essere presente in tutti gli ambienti della propria organizzazione e può quindi coinvolgere qualsiasi forza lavoro, dall’impiegato all’addetto alla logistica.
Studiare, pianificare accuratamente e progettare gli interventi sia procedurali che strutturali per tenere sotto controllo questo pericolo diventa di estrema importanza. Prima di tutto per aspetti etici, la salute del lavoratore, ma poi anche per aspetti economici. La nascita di un focolaio in azienda porterebbe senza dubbio alla chiusura e quarantena di un reparto o più reparti, o persino, nel caso delle piccole aziende, alla chiusura dell’intera attività. Da dove quindi partire per poter garantire all’azienda un buon livello di sicurezza e quindi assicurare un basso rischio di contagio? A nostro avviso la prima e più importante cosa da fare è valutare correttamente l’adeguatezza e l’efficacia di quelli che sono gli strumenti che ad oggi abbiamo a disposizione per debellare e proteggerci dal virus e che sono:
- Una nuova organizzazione del lavoro;
- Garantire dei comportamenti umani sicuri;
- Usare dei prodotti chimici corretti per le attività di igienizzazione e sanificazione sia della persona che degli ambienti;
- Usare dispositivi di prevenzione e di protezione individuali (e dispositivi medici) adeguati.
Capire la differenza tra igienizzazione e sanificazione, saper richiedere e scegliere, in questo momento particolarmente complesso, i prodotti chimici più adatti per la tipologia di intervento che dovremmo effettuare, individuare la mascherina protettiva più adatta non solo in relazione ai rischi collegati alla mansione del lavoratore ma anche al potenziale contagio del virus, sono certamente il punto di partenza per un corretto approccio alla riapertura in sicurezza delle nostre attività. Vogliamo evidenziare che il momento è particolarmente complesso non solo per la difficoltà di reperire sul mercato alcune tipologie di prodotti ma anche perché le Autorità stesse stanno mettendo in pista tutta una serie di azioni eccezionali (proroghe, deroghe, semplificazioni) che impongono continui aggiornamenti, non solo per coloro che immettono sul mercato questi prodotti, ma anche e soprattutto per chi li deve utilizzare.
Siamo ormai consapevoli che tutti quanti noi dovremo, per un tempo non breve, cambiare le nostre abitudini sia di vita che lavorative, e tra questi cambiamenti non possiamo trascurare anche l’approccio alla valutazione e gestione di questo nuovo rischio che deve assolutamente passare attraverso un più alto livello di conoscenza sia tecnica che scientifica, per poter così attivare e sviluppare processi che rendano i nostri ambienti di lavoro salubri e sicuri anche in tempi di Coronavirus.
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